
TERAPIA CON IL MEZZO DELLA DANZA
Quest’attività è a tutti gli effetti una terapia e, come tale, si costituisce come una relazione d’aiuto attraverso la quale si dischiudono nuove possibilità per chi vi partecipa. Essa, cioè, mira ad ottenere un miglioramento della qualità della vita della persona attraverso la generalizzazione nella vita quotidiana dell’esperienza fatta nel contesto della terapia.
Il contesto entro cui si svolge tale processo è di tipo ludico il che favorisce la motivazione, il coinvolgimento e riduce il senso di pesantezza del trattamento che il paziente prova durante i metodi tradizionali, specie quando questi si protraggono a lungo nel tempo. Come conseguenza si ottiene anche una maggiore collaborazione, elemento essenziale in ogni schema terapeutico.
La danza permette di fare esperienza delle principali dimensioni su cui si fonda il nostro rapporto con il mondo cioè attraverso la conoscenza corporea, intellettiva, affettivo/relazionale.
Facendo esperienza delle proprie sensazioni, dei propri movimenti e adattamenti, del modo di percepirli e conoscerli, di inserirsi in uno spazio e porsi in relazione con gli altri, la persona può sviluppare costruzioni nuove di sé e del mondo a livello fisico (ad es. acquisendo nuove possibilità di movimento), ma anche intellettivo (ad es. sviluppando nozioni associate a tali movimenti, come destra/sinistra, pesante/leggero, forte/debole, ecc.) e di relazione (ad es. facendo esperienza di avvicinamento/allontanamento o appoggiarsi/sostenere).
Inoltre, questo contesto, permette alle persone di sentirsi attori principali del processo stesso, limitando al massimo il rischio di delegare ad una figura di esperto o ad un contesto di cura la risoluzione del problema, con gli inevitabili risultati dell’aumento di autostima ed autonomia. D’altra parte, il terapeuta non è più in un luogo lontano dagli avvenimenti, dal quale indica cosa la persona deve fare o analizza ciò che è stato fatto; o, ancora, la aiuta a scegliere per poi, in ogni caso, mandarla a vivere quest’esperienza per conto proprio. In questo caso egli crea un setting generale, lo adatta alla persona specifica, e lì, assieme a lei, vive l’esperienza divenendone uno degli attori. Il che consente una maggiore efficacia della relazione d’aiuto.
STRUTTURAZIONE DELL’ATTIVITÀ
Come in ogni forma di terapia si possono distinguere due aspetti: uno di contenuto, concernente il tipo di lavoro che viene fatto, volto all’espressione di potenzialità sommerse o sconosciute anche in riferimento al disturbo di partenza (ad es. la possibilità di mantenere la concentrazione per persone con un disturbo di “iperattività”); l’altro di relazione, che si riferisce al contesto entro cui il primo s’inserisce, che si caratterizza per una co-costruzione in un’ottica del rispetto, e non come rapporto asimmetrico. Ciò si svolge all’interno di un contesto più ampio, allargato al lavoro di tutta l’équipe del Centro Clinico, e non solo di quella che segue quest’attività, che garantisce la presa in carico della persona nella sua globalità e l’articolazione di un progetto terapeutico/riabilitativo più articolato.
Lo svolgimento dell'attività non può quindi che seguire quelli che sono i moderni canoni di un servizio di riabilitazione.
In una logica di presa in carico globale della persona si elabora una strategia d'intervento personalizzata che permette di generalizzare nella vita quotidiana i risultati raggiunti. In questo modo si ottiene un reale miglioramento della qualità della vita dei partecipanti.
Per far ciò l'attività viene svolta come attività permanente, cioè staccandosi, sia dall'idea di attuare la riabilitazione, la rieducazione e la stessa educazione attraverso cicli, sia che questo tipo d'attività debba inevitabilmente essere impegnativa, noiosa e pesante per il soggetto che vi si sottopone.
II servizio, quindi, realizza ed attua strategie d'intervento che riguardano una pluralità d'aspetti: psicomotori, neuromotori, psicologici, relazionali, familiari e educazionali. Il tutto attraverso attività gratificanti e divertenti che portino le persone, nella loro esistenza quotidiana, ad esercitare al massimo le loro capacità, a sviluppare le dimensioni attualmente non utilizzate ed a promuovere la creazione di dimensioni alternative. Ad es. eseguire un movimento che richiede forza muscolare mediante l’equilibrio se non è possibile per il momento aumentare la forza muscolare dell’arto implicato.
Un altro modo per favorire lo sviluppo di nuove dimensioni può consistere nella creazione di associazioni/trasposizioni tra diverse modalità sensoriali ad es. trasporre a livello motorio un ritmo percepito a livello uditivo può permettere di estendere il campo d’applicazione di un concetto, ad esempio “veloce”, da una melodia ad un movimento.
II lavoro viene svolto "in gruppo", ma mirato su ogni singolo e comprende anche la gestione dei diversi canali e flussi di comunicazione presenti, in quanto la relazione con il terapeuta e gli altri membri del gruppo sono, di per sé, mezzo e oggetto della terapia. Ad es. nel caso di un disturbo autistico il prendere parte al lavoro di gruppo è gia in sé un obiettivo della terapia. Nel suo insieme si potrebbe quindi definirlo come un trattamento individuale all'interno di un lavoro in gruppo.
Schematicamente 1'attività può essere suddivisa in tre parti:
ASSESSMENT IN RIABILITAZIONE
Viene costruita la cartella clinica con la strategia e gli obiettivi riabilitativi. I passaggi essenziali di questa parte possono essere cosi sintetizzati:
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II colloquio con i referenti: Essi possono essere la persona stessa, la famiglia e/o gli operatori d'eventuali centri frequentati che accompagnano gli utenti. Con loro s’inizia un rapporto per "lavorare assieme" sulla situazione in modo da dare un supporto che vada oltre il singolo momento riabilitativo, ma rientri invece in una logica globale sul caso.Qui si spiega cos’è la riabilitazione e nello specifico la Terapia con il Mezzo della Danza. Si crea il setting clinico generale attraverso screening, scoring, la visita d'accoglienza e il colloquio. Ove vi siano utenti che arrivano attraverso centri si visitano anche quest'ultimi in modo da poter analizzare anche la quotidianità delle persone.
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La raccolta dati: si raccoglie il materiale clinico in possesso delle persone per poterlo confrontare con quello che si va via via creando all'interno del servizio. Avviene un confronto fra la diagnosi che attua il nostro servizio e quella effettuata dai servizi che già seguono i nostri utenti. Nei casi in cui sia possibile, nel senso che vi sia la disponibilità da parte di questi, si prende contatto anche con gli operatori delle strutture che seguono la persona, ad esempio il medico curante, il fisioterapista, lo psicologo, in modo da coordinare con loro gli sforzi terapeutici all'interno di una strategia comune.
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La discussione di équipe sul caso: in una visione globale della persona vengono stabiliti gli obiettivi contingenti e la strategia d'intervento in modo che tutto possa essere monitorato nel suo divenire. Questo passaggio seguirà 1'utente e la sua evoluzione nel percorso riabilitativo e/o rieducativo attraverso continue verifiche sul caso discusse all'interno dello staff. Ove sia necessario vengono richieste anche consulenze ad altre figure facenti parte dell’èquipe generale del Centro Clinco, ma non del gruppo di lavoro che si occupa nello specifico dell’Attività Mediate dalla Danza; se necessario viene fatto ricorso anche a consulenze esterne.
ASSESSMENT RISPETTO ALLA DANZA
Vengono ripercorse le stesse tappe della precedente ed avviene in sincronia con 1'assessment in riabilitazione. La caratteristica è che tutto viene adattato agli strumenti specifici che utilizza il servizio sintetizzabili in una strategia d'intervento attraverso obiettivi che utilizzano la danza ed il suo mondo. Alla fine viene prodotta una diagnosi transitiva/funzionale, cioè una diagnosi non classificatoria, ma puntata ad una strategia che segua le potenzialità e possibilità individuali. Anche questi obiettivi saranno continuamente verificati nelle riunioni dello staff. Da tutto ciò continuano a scaturire proposte terapeutiche che cercano anche di coinvolgere il più possibile i referenti rispetto agli obiettivi proposti e di discutere con loro il modo con cui essi possono collaborare dall'esterno al loro raggiungimento ed alla generalizzazione nella vita quotidiana dei risultati acquisiti.
TRATTAMENTO
Per ogni utente viene quindi predisposto uno specifico piano d'intervento che prevede la modalità d'effettuazione dell'intervento medesimo, del numero delle sedute settimanali e degli incontri di verifica.
Per la realizzazione del trattamento, il centro si avvale di numerosi strumenti. Si va dal materiale per psicomotricità, musicoterapia e per la danza, ai tests e gli strumenti per la riabilitazione psicologica e psichiatrica. Dal luogo principale in cui si svolge l’attività – la palestra – e l’ambiente motivazionale che viene creato, all’eventuale gruppo all’interno del quale ogni utente lavora. Dai terapeuti che applicano le loro conoscenze specifiche, ai referenti che vengono seguiti nelle problematicità proprie al loro ruolo concordando con loro una collaborazione esterna per il raggiungimento degli obiettivi. Dal mondo della danza in generale, alla coreografia.
Un’ulteriore attività consiste in un supporto per le famiglie e quanti operano con i disabili attraverso esperienze che oltre ai ragazzi coinvolgono anche queste persone. Contemporaneamente, ciascuno di loro attua un proprio percorso attraverso questo strumento ed impara così a danzare, a conoscere meglio se stesso, ed anche il mondo dei disabili. In questo modo l’esperienza diviene formativa e educativa sia per i disabili che divengono protagonisti nell’insegnare a familiari ed operatori come gestire i propri deficit, sia per quest’ultimi che sperimentano un’interazione di “esperienza assieme” invece che quella di assistenza.
È chiaro quindi che, in questo caso, operatori e familiari non operano nell'attuazione della terapia in senso stretto. Il loro fine è di imparare da quest’esperienza.
Come già detto tutto ciò è oggetto di continuo monitoraggio durante le riunioni dello staff e viene discusso passo passo con i referenti, in modo che ciò funzioni da training educazionale per coloro (genitori, educatori, operatori ecc.) che sono vicini all'utente primario, li renda partecipi a quanto avviene all'interno del servizio e permetta di sfruttare al massimo il loro aiuto essenziale nella generalizzazione alla vita quotidiana di quanto acquisito. Inoltre, anche se al momento il problema
costi interferisce fortemente, il servizio sta cercando sempre più di intervenire nel campo
dell’integrazione scolastica e lavorativa. Da una parte cercando interlocutori per portare l’esperienza della danza nelle scuole con particolare riferimento alle classi ove sia già inserito un ragazzo con problemi seguito dal centro, dall'altra occupandosi di terapia occupazionale sempre attraverso il mondo della danza.
INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI
Non vi sono controindicazioni assolute in quanto non si tratta puramente di danza, ma di una terapia che utilizza questo strumento adattandolo di volta in volta al singolo caso. In generale è l’analisi iniziale del caso, tenuto conto anche dell’eventuale parere di consulenti esterni, che potrà dire se l’applicazione è possibile e se la persona ne potrà trarre vantaggio.
MATERIALE NECESSARIO ALL’ATTIVITÀ
Il materiale necessario per quest’attività è di diverso tipo. Innanzitutto una piccola palestra. Materiale per psicomotricità, per musicoterapia e per la danza. Test e strumenti per la riabilitazione psicologica e psichiatrica. Una Telecamera. Materiale per coreografia e disegno
SCHEMA OPERATIVO
In generale il percorso terapeutico viene strutturato attraverso gruppi di 6-10 persone gestiti da uno o due terapeuti eventualmente coadiuvati da alcuni volontari. È previsto un cambiamento di tale rapporto in funzione delle esigenze specifiche dei casi, fino ad arrivare ad un rapporto di un utente, un terapeuta.
Sono consigliati incontri con cadenza bisettimanale della durata di un’ora circa.

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CENTRO CLINICO STELLA POLARE
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